Non è l'aspetto squisitamente giallo di una storia che mi fa proseguire una lettura, apprezzo di più l'umore che gli ruota attorno o dentro. Infatti, quasi sicuramente, ho scentrato i veri colpevoli dietro la bomba alla stazione radio dell'esercito a metà degli anni '70 che, in quel di Bologna, apre il romanzo; colpa mia.
Come dire che del titolo ho apprezzato più "Le piste" che "l'attentato".
Ho trovato gustoso lo stile che l'autore getta sull'indagine del sergente Sarti Antonio, alle prese con la sua colite e qualche frequentazione 'fuori regola', uomo cocciuto più che intelligente che non perde di vista ciò che si deve fare per risolvere un caso - ma niente a che vedere con la mentalità tipica dell'eroe -, nemmeno se deve pestare i piedi al suo superiore. Uno stile che nelle varie situazioni, soprattutto nei dialoghi tra i personaggi, ha un che di singhiozzante, quasi sfilacciato, apparentemente dispersivo, che su di me ha stimolato interesse.
Altro aspetto positivo, l'autore non perde tempo con le descrizioni fisiche, si concentra su un certo tipo di modus operandi che investe spesso le istituzioni, che partono (in quegli anni, poi) seguendo piste ideologicamente precostituite - Prima tutti quelli di sinistra: anarchici, rivoluzionari, comunisti... Tutti quelli lì, insomma!, e la stampa - « c'era sul giornale » e tutti annuiscono e rispondono « Beh, allora! ». Una generalizzazione, probabilmente, ma quando a generalizzare sono le menti dei vertici, i corpi poi seguono.
La testimonianza di momenti individuali dell'autore legati alla musica di Coltrane occupa la prima parte del libro, una sorta di personale romanzo di formazione (musicale).
La seconda parte, invece, si concentra sull'evoluzione artistica di Trane, uno dei più grandi e influenti musicisti di sempre, che raggiunto l'apice con la sua partecipazione a 'Kind of Blue' e al suo album 'Giant Steps' si afferma con il suo quartetto, cercando strade che lo porteranno sempre più a varcare territori free in cui la forma musicale viene abbandonata, fino ad arrivare a isole di apparente(?) cacofonia che tanti estimatori del suo talento troveranno così estremi da risultare inascoltabili - lo stesso Fasoli, rinomato sassofonista italiano, membro dei "Perigeo" e amante di Coltrane, nell'intervista che qui rilascia ammette che, seppure con dolore, in quegli anni sceglie di non seguire più l'artista americano, che probabilmente sta esplorando più un percorso personale/spirituale (e mistico) che musicale.
Con l'aiuto dei quattro verbi "ascoltare-amare-trasformare-dissolvere" usati per sintetizzare il percorso di Coltrane - "Ma, si badi, non sono verbi che si riferiscono a una segmentazione temporale del suo percorso. Sono piuttosto “indicatori” di un modo di essere e di fare, che ritroveremo in molti periodi della sua vita"-, Ghidelli dà una sua interessante interpretazione sull'uomo/artista che ancora oggi siede nell'Olimpo degli Dei.
Il titolo del libro non è da prendere alla lettera, non è un manuale. Anzi, rischia di creare ancora più confusione.
È un testo in cui alcuni musicisti prevalentemente jazz - Metheny, Shorter, Rollins, Hank Jones, e altri - rilasciano la loro personale visione di ascolto su brani di altri artisti durante una (informale) intervista.
Più interessante per i soggetti intervistati che per il contenuto in sé.
Un racconto itinerante composto dalle avventure di Rava nel suo percorso formativo di musicista, tra leggerezza e grandi protagonisti del mondo Jazz.
Scanzonato e ironico.
Non ascolto più Springsteen come prima, quando era il mio idolo, il mio primo idolo, ma questa autobiografia è stata una bella lettura, che svela i sogni e le motivazioni che hanno portato Bruce a essere tra i nomi più famosi del panorama rock.
Il Boss si concentra sugli aspetti umani che hanno caratterizzato la sua vita nella E Street Band, o da solista, molto più che sugli aspetti tecnici del suo lavoro, andando così a riempire le pagine di tante storie che l'hanno visto crescere, dandogli la forza - ma anche la depressione - di essere l'uomo che con onestà si svela dietro l'immagine.
Rolling Stones, da sempre sinonimo della coppia Jagger-Richards.
Io però porto nel cuore solo gli Stones con Mick Taylor - lo so, lo so, mai un vero Stones; chi se ne frega, per me resta e resterà sempre un Bluesbreakers -, che poi, musicalmente parlando, guarda caso è il periodo più fulgido e creativo che abbiano avuto, con Sticky Fingers al vertice.
Questa autobiografia è dannatamente ben riuscita, perché Richards si lascia andare senza troppe riserve e racconta la sua vita così come l'ha vissuta, più da vero amante della musica che da rockstar. Certo, gli eccessi da rockstar ci sono stati, e anche duraturi, una sorta di garanzia per quell'alone maledetto che l'ha reso, appunto, rockstar agli occhi di molti.
Richards è divertente da leggere, sia per come scrive che per quel di cui scrive, ha una leggerezza che stempera molte, moltissime situazioni e rende brillanti le sue avventure, fuori e dentro gli Stones, quasi sempre sotto l'effetto di qualche droga o alcool.
A suo tempo il film mi aveva colpito poco, e a onor del vero rivederlo una seconda volta non ha spostato l'asticella di gradimento.
Sebbene la storia raccontata nel romanzo rispetti la pellicola, su carta appare più viva e interessante. La cosa che mi ha sorpreso è che il romanzo riesce a mantenere l'interesse, almeno il mio, proprio in quelle parti che nel film avevo trovato noiose.
Avevo voglia di personaggi tipicamente italiani e caratteristici, leggerezza, qualche risata a denti stretti, un'indagine sotto il sole e una storia credibile senza essere complessa.
Accontentato.
Un Wambaugh minore ma non per questo meno accattivante nel mostrare le vicende dei suoi poliziotti.
Qui abbiamo gli ultimi tre giorni di Bumper prima di andare in pensione, poliziotto di quartiere in servizio da vent'anni che grazie a un ritmo lento ma necessario ci porta tra quelle piccole realtà criminali agli angoli delle strade dove si incontrano sbandati, prostitute, giocatori d'azzardo e tante altre situazioni a volte divertenti - il suo insaziabile appetito culinario - a volte tragiche.
E' l'umore della storia a riempire le pagine più che la storia in sé.
L'ossessione di Ellroy per l'omicidio della madre permea ogni pagina di questa sorta di romanzo/diario. Forse troppo.
Le parti più interessanti sono quelle in cui l'autore mostra al lettore se stesso, il tipo di vita che ha fatto e le manie che hanno accompagnato il suo inferno personale, perché vengono raccontate a viso aperto e schiettamente.
Ellroy, come descritto anche qui, spesso è un provocatore ai limiti dell'estremismo.
Io lo preferisco decisamente più come autore che come pensatore.
Divertente, scorrevole e intrattiene bene, ma a ben guardare è una storia noir 'classica' di quelle già ideate e sviluppate da altri autori molti decenni prima di Lansdale: mi viene in mente 'Il postino suona sempre due volte' passando da una qualunque di quelle di Thompson.
Lansdale si trova a suo agio qui - deve averne lette a vagonate di situazioni identiche a quelle del protagonista Ed; personalmente preferisco guardare al romanzo come a una sorta di tributo al genere più che a una sua 'nuova' creazione, perché di nuovo - di idee parlando - c'è poco.
Se vi comprate una Cadillac, vedete di pagarla tutta e subito, molto meglio per voi.
Ciò che differenzia un'intervista da un'altra sono le domande. Quando quest'ultime nel corso degli anni si ripetono, è il caso di questo libro, anche le risposte subiscono la stessa sorte.
Libro (e titolo) importante, citato un po' ovunque e uscito 'a caldo' - qualche mese dopo la strage di Piazza Fontana - a cura di militanti extra-parlamentari di sinistra che fanno una controinchiesta per portare uno sguardo differente da quello ufficialmente(?) seguito da chi i colpevoli doveva individuare.
Leggere La strage di Stato serve a capire l'oggi, da dove viene questo paese, da quali storie sorge il presente, di quali infamie sia capace il potere pur di conservarsi. Un libro, ma soprattutto un metodo. Consigliato ai giovani, ove volessero iniziare a pensare con la propria testa, e a quelli che non lo sono più perché misurino la strada percorsa.
Ultime recensioni inserite
Le piste dell'attentato - Loriano Macchiavelli
Ecco quel che ci vuole, un bell'attacco di colite
Non è l'aspetto squisitamente giallo di una storia che mi fa proseguire una lettura, apprezzo di più l'umore che gli ruota attorno o dentro. Infatti, quasi sicuramente, ho scentrato i veri colpevoli dietro la bomba alla stazione radio dell'esercito a metà degli anni '70 che, in quel di Bologna, apre il romanzo; colpa mia.
Come dire che del titolo ho apprezzato più "Le piste" che "l'attentato".
Ho trovato gustoso lo stile che l'autore getta sull'indagine del sergente Sarti Antonio, alle prese con la sua colite e qualche frequentazione 'fuori regola', uomo cocciuto più che intelligente che non perde di vista ciò che si deve fare per risolvere un caso - ma niente a che vedere con la mentalità tipica dell'eroe -, nemmeno se deve pestare i piedi al suo superiore. Uno stile che nelle varie situazioni, soprattutto nei dialoghi tra i personaggi, ha un che di singhiozzante, quasi sfilacciato, apparentemente dispersivo, che su di me ha stimolato interesse.
Altro aspetto positivo, l'autore non perde tempo con le descrizioni fisiche, si concentra su un certo tipo di modus operandi che investe spesso le istituzioni, che partono (in quegli anni, poi) seguendo piste ideologicamente precostituite - Prima tutti quelli di sinistra: anarchici, rivoluzionari, comunisti... Tutti quelli lì, insomma!, e la stampa - « c'era sul giornale » e tutti annuiscono e rispondono « Beh, allora! ». Una generalizzazione, probabilmente, ma quando a generalizzare sono le menti dei vertici, i corpi poi seguono.
Blue Trane. La vita e la musica di John Coltrane
But not for me
A parte i noziosimi e l'aspetto tecnico musicale descritto dall'autore, quel che resta sull'uomo Coltrane è risibile.
Un testo più indicato per musicisti - meglio ancora se la musica la sanno leggere - , che per ascoltatori.
La filosofia di John Coltrane. Con un'intervista a Claudio Fasoli
ascoltare-amare-trasformare-dissolvere
La testimonianza di momenti individuali dell'autore legati alla musica di Coltrane occupa la prima parte del libro, una sorta di personale romanzo di formazione (musicale).
La seconda parte, invece, si concentra sull'evoluzione artistica di Trane, uno dei più grandi e influenti musicisti di sempre, che raggiunto l'apice con la sua partecipazione a 'Kind of Blue' e al suo album 'Giant Steps' si afferma con il suo quartetto, cercando strade che lo porteranno sempre più a varcare territori free in cui la forma musicale viene abbandonata, fino ad arrivare a isole di apparente(?) cacofonia che tanti estimatori del suo talento troveranno così estremi da risultare inascoltabili - lo stesso Fasoli, rinomato sassofonista italiano, membro dei "Perigeo" e amante di Coltrane, nell'intervista che qui rilascia ammette che, seppure con dolore, in quegli anni sceglie di non seguire più l'artista americano, che probabilmente sta esplorando più un percorso personale/spirituale (e mistico) che musicale.
Con l'aiuto dei quattro verbi "ascoltare-amare-trasformare-dissolvere" usati per sintetizzare il percorso di Coltrane - "Ma, si badi, non sono verbi che si riferiscono a una segmentazione temporale del suo percorso. Sono piuttosto “indicatori” di un modo di essere e di fare, che ritroveremo in molti periodi della sua vita"-, Ghidelli dà una sua interessante interpretazione sull'uomo/artista che ancora oggi siede nell'Olimpo degli Dei.
Come si ascolta il jazz - Ben Ratliff
Dimmi come ascolti e ti dirò chi sei
Il titolo del libro non è da prendere alla lettera, non è un manuale. Anzi, rischia di creare ancora più confusione.
È un testo in cui alcuni musicisti prevalentemente jazz - Metheny, Shorter, Rollins, Hank Jones, e altri - rilasciano la loro personale visione di ascolto su brani di altri artisti durante una (informale) intervista.
Più interessante per i soggetti intervistati che per il contenuto in sé.
Incontri con musicisti straordinari - Enrico Rava
Viaggiando per il mondo
Un racconto itinerante composto dalle avventure di Rava nel suo percorso formativo di musicista, tra leggerezza e grandi protagonisti del mondo Jazz.
Scanzonato e ironico.
Born to run - Bruce Springsteen
It's hard to be the boss
Non ascolto più Springsteen come prima, quando era il mio idolo, il mio primo idolo, ma questa autobiografia è stata una bella lettura, che svela i sogni e le motivazioni che hanno portato Bruce a essere tra i nomi più famosi del panorama rock.
Il Boss si concentra sugli aspetti umani che hanno caratterizzato la sua vita nella E Street Band, o da solista, molto più che sugli aspetti tecnici del suo lavoro, andando così a riempire le pagine di tante storie che l'hanno visto crescere, dandogli la forza - ma anche la depressione - di essere l'uomo che con onestà si svela dietro l'immagine.
Life - Keith Richards
Accordi e disaccordi
Rolling Stones, da sempre sinonimo della coppia Jagger-Richards.
Io però porto nel cuore solo gli Stones con Mick Taylor - lo so, lo so, mai un vero Stones; chi se ne frega, per me resta e resterà sempre un Bluesbreakers -, che poi, musicalmente parlando, guarda caso è il periodo più fulgido e creativo che abbiano avuto, con Sticky Fingers al vertice.
Questa autobiografia è dannatamente ben riuscita, perché Richards si lascia andare senza troppe riserve e racconta la sua vita così come l'ha vissuta, più da vero amante della musica che da rockstar. Certo, gli eccessi da rockstar ci sono stati, e anche duraturi, una sorta di garanzia per quell'alone maledetto che l'ha reso, appunto, rockstar agli occhi di molti.
Richards è divertente da leggere, sia per come scrive che per quel di cui scrive, ha una leggerezza che stempera molte, moltissime situazioni e rende brillanti le sue avventure, fuori e dentro gli Stones, quasi sempre sotto l'effetto di qualche droga o alcool.
Assolutamente godibile.
Charlie lives.
C'era una volta a Hollywood - Quentin Tarantino
Family e dintorni
A suo tempo il film mi aveva colpito poco, e a onor del vero rivederlo una seconda volta non ha spostato l'asticella di gradimento.
Sebbene la storia raccontata nel romanzo rispetti la pellicola, su carta appare più viva e interessante. La cosa che mi ha sorpreso è che il romanzo riesce a mantenere l'interesse, almeno il mio, proprio in quelle parti che nel film avevo trovato noiose.
La gita a Tindari - Andrea Camilleri
Lettere scottanti
Avevo voglia di personaggi tipicamente italiani e caratteristici, leggerezza, qualche risata a denti stretti, un'indagine sotto il sole e una storia credibile senza essere complessa.
Accontentato.
La regola dell'equilibrio - Gianrico Carofiglio
Questioni morali
Un Guerrieri senza infamia e senza lode.
Il cavaliere blu - Joseph Wambaugh
La ronda del piacere...
Un Wambaugh minore ma non per questo meno accattivante nel mostrare le vicende dei suoi poliziotti.
Qui abbiamo gli ultimi tre giorni di Bumper prima di andare in pensione, poliziotto di quartiere in servizio da vent'anni che grazie a un ritmo lento ma necessario ci porta tra quelle piccole realtà criminali agli angoli delle strade dove si incontrano sbandati, prostitute, giocatori d'azzardo e tante altre situazioni a volte divertenti - il suo insaziabile appetito culinario - a volte tragiche.
E' l'umore della storia a riempire le pagine più che la storia in sé.
I miei luoghi oscuri - James Ellroy
Ossessione
L'ossessione di Ellroy per l'omicidio della madre permea ogni pagina di questa sorta di romanzo/diario. Forse troppo.
Le parti più interessanti sono quelle in cui l'autore mostra al lettore se stesso, il tipo di vita che ha fatto e le manie che hanno accompagnato il suo inferno personale, perché vengono raccontate a viso aperto e schiettamente.
Ellroy, come descritto anche qui, spesso è un provocatore ai limiti dell'estremismo.
Io lo preferisco decisamente più come autore che come pensatore.
Una Cadillac rosso fuoco
Pagatele tutte le rate...
Divertente, scorrevole e intrattiene bene, ma a ben guardare è una storia noir 'classica' di quelle già ideate e sviluppate da altri autori molti decenni prima di Lansdale: mi viene in mente 'Il postino suona sempre due volte' passando da una qualunque di quelle di Thompson.
Lansdale si trova a suo agio qui - deve averne lette a vagonate di situazioni identiche a quelle del protagonista Ed; personalmente preferisco guardare al romanzo come a una sorta di tributo al genere più che a una sua 'nuova' creazione, perché di nuovo - di idee parlando - c'è poco.
Se vi comprate una Cadillac, vedete di pagarla tutta e subito, molto meglio per voi.
Il sole bacia i belli - Charles Bukowski
Chiacchierando delle stesse cose
Ciò che differenzia un'intervista da un'altra sono le domande. Quando quest'ultime nel corso degli anni si ripetono, è il caso di questo libro, anche le risposte subiscono la stessa sorte.
Storia della "Strage di Stato". Piazza Fontana: la strana vicenda di un libro e di un attentato
Sorpasso a sinistra
Libro (e titolo) importante, citato un po' ovunque e uscito 'a caldo' - qualche mese dopo la strage di Piazza Fontana - a cura di militanti extra-parlamentari di sinistra che fanno una controinchiesta per portare uno sguardo differente da quello ufficialmente(?) seguito da chi i colpevoli doveva individuare.
Leggere La strage di Stato serve a capire l'oggi, da dove viene questo paese, da quali storie sorge il presente, di quali infamie sia capace il potere pur di conservarsi. Un libro, ma soprattutto un metodo. Consigliato ai giovani, ove volessero iniziare a pensare con la propria testa, e a quelli che non lo sono più perché misurino la strada percorsa.
La strage di Stato