Includi: tutti i seguenti filtri
× Soggetto AQ 990
× Data 2007
× Lingue Italiano
× Livello Monografie
× Materiale A stampa
× Risorse Catalogo
Includi: nessuno dei seguenti filtri
× Soggetto AS 761 - Lahav, Tsruya
× Nomi Gestel, Peter : van

Trovati 12 documenti.

Il treno
0 0
Materiale linguistico moderno

Simenon, Georges

Il treno / Georges Simenon ; traduzione di Massimo Romano

Milano : Adelphi, c2007 (, stampa 2008)

Biblioteca Adelphi ; 518

Abstract: Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d'assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso La Rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea, e che è stata in prigione a Namur. Fra loro, all'inizio del viaggio che li porterà fino alla Rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po' alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l'una accanto all'altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadrà qualcosa di inimmaginabile. Sarà l'inizio di una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro (l'occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicità.

La chiave di Sarah
0 0
Materiale linguistico moderno

Rosnay, Tatiana : de - Rosnay, Tatiana : de

La chiave di Sarah / Tatiana de Rosnay ; traduzione di Adriana Colombo e Paola Frezza Pavese

Milano : Mondadori, 2007

Omnibus

Abstract: È una notte d'estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sarah è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall'irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave. È il 16 luglio del 1942. Sarah, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d'Hiver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Ma il suo unico pensiero è tornare a liberare il fratellino. Sessant'anni dopo, Julia, una giornalista americana che vive a Parigi, deve fare un'inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il destino di Julia si incrocia fatalmente con quello della piccola Sarah, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza.

Gli scomparsi
0 0
Materiale linguistico moderno

Mendelsohn, Daniel

Gli scomparsi / Daniel Mendelsohn ; traduzione dall'inglese di Giuseppe Costigliola

Vicenza : Neri Pozza, [2007]

Bloom ; 11

Abstract: Gli scomparsi è la storia di un viaggio, cinque anni intorno al mondo, per cercare di rispondere a una domanda che Daniel Mendelsohn aveva posto molti anni prima, quando era ancora bambino: cosa è davvero accaduto allo zio Shmiel e alla sua famiglia durante l'Olocausto? Le favolose storie del nonno raccontavano di un'infanzia passata nella città di Bolechow, Ucraina, all'inizio del secolo, ma si interrompevano intorno al destino del fratello, di sua moglie e delle quattro figlie. I membri della famiglia evitavano di parlare del misterioso Shmiel, tranne qualche sussurro o imbarazzata conversazione in yiddish, ed è da questi frammenti che Daniel inizia fin da bambino a interrogarsi sui misteri della vicenda. Molti anni dopo Mendelsohn scopre una serie di lettere disperate che Shmiel indirizza al nonno nel 1939 e è colpito dai frammentari racconti di un terribile tradimento. Decide allora di trovare i testimoni del destino dei suoi parenti, gli unici dodici ebrei di Bolechow ancora in vita, in una ricerca che lo condurrà assieme al fratello Matt (un fotografo professionista le cui immagini illustrano il libro) a attraversare quattro continenti e a confrontarsi con le abissali discrepanze tra la verità e la finzione, tra il ricordo e i fatti, tra il racconto e la realtà. Il viaggio giungerà infine in Ucraina, nel paese dove ebbe inizio la storia della sua famiglia e dove lo attende la soluzione di un enigma che non aveva trovato risposta.

Sono figlia dell'Olocausto
0 0
Materiale linguistico moderno

Eisenstein, Bernice <1949- >

Sono figlia dell'Olocausto / Bernice Eisenstein ; traduzione di Alba Bariffi

Parma : U. Guanda, [2007]

Guanda Graphic

Abstract: Un graphic memorir, una storia di formazione vera e originale, quella di Bernice, che, figlia di due ebrei immigrati, fin da bambina vive portandosi dietro l'ombra dei campi di sterminio nazisti come una macchia indelebile. I suoi genitori si sono conosciuti proprio ad Auschwitz, pochi giorni prima della liberazione, e Bernice continua a rivolgere loro domande, interrogativi, richieste. Vuole sapere la verità, conoscere il dolore e la sofferenza. Ma i genitori non riescono o non vogliono raccontarle, e quello di Bernice diventa così un percorso nella fallibilità della memoria e nella perdita del passato, brillantemente inseguito tra parole e disegni, con uno humour tutto ebraico, una quieta malinconia e un'ironia dolceamara che caratterizza questo graphic novel.

Badenheim 1939
0 0
Materiale linguistico moderno

Appelfeld, Aharon

Badenheim 1939 / Aharon Appelfeld ; traduzione di Elena Loewenthal

Parma : Guanda, 2007

Narratori della fenice

Abstract: Il libro è la storia del silenzio surreale che precede la catastrofe. Il silenzio è quello di Badenheim, una località di villeggiatura austriaca, frequentata soprattutto da agiate famiglie borghesi di origine ebraica, nell'estate del 1939; la catastrofe è quella dei campi di concentramento, che si annuncia sempre più incombente e imminente, ma che viene con ostinazione negata da coloro che sono destinati a subirla. A Badenheim tutto continua come sempre, come nelle estati precedenti, come se anche nel 1939 fosse possibile godersi le vacanze: balli, feste, innamoramenti, persino il festival delle arti. E non servono a nulla le voci insistenti di trasferimenti di massa in Polonia, gli ambigui controlli sanitari a cui gli ebrei vengono sottoposti e tutti gli altri segnali che l'estate alla vigilia della Seconda guerra mondiale porta con sé. Sono pochi coloro che davvero realizzano ciò che sta inesorabilmente avvenendo; pochissimi quelli che perdono, comprensibilmente, la testa; gli altri, la gran parte, insistono a negare l'evidenza, a proseguire in un cieco ottimismo che li spingerà a non voler vedere fino all'ultimo, fino al giorno in cui un treno con destinazione sconosciuta arriverà proprio a Badenheim...

Le benevole
0 0
Materiale linguistico moderno

Littell, Jonathan

Le benevole / Jonathan Littell ; traduzione di Margherita Botto

Torino : Einaudi, [2007!

Abstract: Maximilian Aue dirige una fabbrica di merletti nel Nord della Francia, la guerra è ormai lontana. È nato in Alsazia da madre francese: parla così bene la lingua materna che non ha avuto difficoltà a nascondere, durante il caos del dopoguerra, il suo passato da ufficiale delle SS. Racconta la sua storia senza alcun rimorso. Infanzia in Francia, studi di diritto e di economia politica in Germania: il giovane Maximilian è intelligente, colto, omosessuale (in lui l'omosessualità si lega all'incesto, all'amore morboso per la sorella). Sorpreso in un luogo compromettente, viene salvato da un giovane SS che lo prende sotto la sua protezione: Max entra nelle SS anche perché è affascinato dall'ideologia nazista. Dopo essere stato a Parigi, passa sul fronte orientale: in qualità di ufficiale redige rapporti per i vertici del Reich sull'avanzare della campagna di Russia. Ferito alla testa a Stalingrado, si salva per miracolo e diventa un eroe nazionale. In seguito lavora a stretto contatto con Himmler per riorganizzare i campi di concentramento, e viene spedito a cercare in Ungheria manodopera per le industrie belliche. A Berlino si dedica alla scherma e al nuoto; assiste ai concerti diretti da Karajan e Furtwängler; ha una sterile storia sentimentale con una donna. Dopo un tentativo di fuga in Pomerania, ritorna nella capitale e vive il crepuscolo del nazismo. Un affresco epico e tragico, che fa rivivere la tragedia della seconda guerra mondiale dal punto di vista ripugnante dei carnefici.

Magari è anche bello
0 0
Materiale linguistico moderno

Hein, Jakob

Magari è anche bello / Jakob Hein ; traduzione dal tedesco di Marina Pugliano

Roma : E/O, [2007]

Dal mondo

Abstract: Magari è anche bello è il racconto asciutto e struggente di un addio. Venticinque brevi capitoli narrano il tempo che separa l'annuncio della malattia della madre dalla sua sepoltura in un anonimo cimitero di Berlino est: un tempo lineare solo nello scandire il decorso del male. Il resto si dispone su piani sfalsati che sovvertono l'andamento cronologico convenzionale, creando un racconto dove tre generazioni si alternano. La prima generazione è quella dei nonni materni, mezzo ebreo lui, scomparso nel nulla mentre tenta di raggiungere la Palestina per sfuggire all'Olocausto, tedesca lei che, finita la guerra, sposa un ex nazista convertito poi allo stalinismo. La seconda generazione è quella della madre, Christiane, figlia non amata ma donna appassionata e vitale, che dedica la vita al tentativo vano di recuperare la propria identità di ebrea. La terza generazione è quella del figlio, la voce narrante. Anche a lui non è dato riscoprire le proprie radici, almeno non dentro i confini della Germania, divisa o riunificata poco importa. L'elaborazione del lutto diventa così elaborazione non solo di una vita ma di un intero passato storico, che si ricompone attraverso i ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza trascorsa in una DDR raccontata nel susseguirsi vorticoso delle demolizioni e delle ricostruzioni, delle morti e delle rinascite, che hanno segnato la storia recente della Germania.

Con le radici in cielo
0 0
Materiale linguistico moderno

Israel, Saul <1897-1981>

Con le radici in cielo / Saul Israel ; presentazione di Paolo Israel

Genova [etc.] : Marietti 1820, 2007

Le fionde

Abstract: Salonicco fu teatro di un evento storico unico. Qui si raccolse una comunità di ebrei fuggiti dalla Spagna dopo l'espulsione decretata nel 1492. Per più di quattrocento anni questa comunità preservò le tradizioni originarie, continuò a parlare nell'antico castigliano, conservando persino le chiavi delle case di Spagna e vivendo una religiosità intensa e impregnata di misticismo. Agli inizi del Novecento, Salonicco era una città a grande maggioranza ebraica, una Gerusalemme balcanica nell'Impero Ottomano. Ma il disfacimento dell'Impero mostrava i segni della fine di un'esperienza quasi irreale. La famiglia Yacoél - di cui questo romanzo racconta le vicende, a sfondo autobiografico - vive sempre più dilaniata dalla consapevolezza che la realtà ovattata e la magica esperienza spirituale in cui ha finora vissuto sta franando sotto i suoi piedi e che anche l'ebraismo di Salonicco sta per essere proiettato nel vortice dei drammi europei. Al crollo di questa realtà segue la dispersione della famiglia in vari paesi europei, soprattutto in Italia e in Francia, dove i suoi membri si confrontano con il senso della propria identità ebraica e con un antisemitismo circostante che cresce come un'onda minacciosa fino a esplodere nell'apocalisse finale della Shoah. Assieme al racconto di un'esperienza eccezionale e irripetibile, di un'esistenza sradicata, con le radici in cielo, il romanzo propone riflessioni sull'odio razziale e l'intolleranza e sulla natura dell'antisemitismo europeo che appaiono oggi di grande attualità.

Dal buio del sottosuolo
0 0
Materiale linguistico moderno

Dal buio del sottosuolo : poesia e lager / a cura di Alberto Cavaglion

Milano : F. Angeli, [2007]

Istituto storico della Resistenza in Piemonte

Abstract: In una lettera a Umberto Saba del 1949 Primo Levi scriveva tutta la sua ammirazione per il poeta triestino, di cui aveva appena letto le Scorciatoie e raccontini, ritrovandovi, scrive, molto del mio mondo, non del Lager, voglio dire; meglio, non solo del Lager. E sul finire della lettera aggiungeva: Ma tutto questo mi ha toccato meno di quel Suo coraggio, di quella Sua avidità vigile di nulla lasciare inesplorato, di tutto sollevare dal buio del sottosuolo alla luce della consapevolezza. Sollevare la memoria del Lager dal buio del sottosuolo è il compito che si prefiggono Saba, Levi e molti autori europei che nel secondo dopoguerra hanno scritto poesie sul Lager: Vittorio Sereni, Paul Celan, Jean Cayrol, Charlotte Delbo, Robert Desnos. Sempre Levi dirà in una famosa intervista che dopo Auschwitz non si può fare poesia se non su Auschwitz. Questo volume, che raccoglie gli atti di un Convegno svoltosi a Torino nel gennaio 2005, intende per la prima volta mettere a confronto diverse tradizioni letterarie - francesi, italiane, tedesche, israeliane -, stabilendo un vincolo forte fra coloro che credono alla necessità della poesia nella società contemporanea.

Le porte di eucalipto
0 0
Materiale linguistico moderno

Mandelbaum, Allen

Le porte di eucalipto : poesie scelte / Allen Mandelbaum ; traduzione e cura Alessandro Carrera

Milano : Medusa, 2007

Rhythmós ; 9

Abstract: Allen Mandelbaum è conosciuto e apprezzato soprattutto come eccezionale traduttore di classici (ha tradotto in inglese l'Odissea, l'Eneide, le Metamorfosi e la Divina commedia) e di grandi poeti italiani del Novecento (Ungaretti, Quasimodo, Turoldo). Questo volume antologico presenta per la prima volta al pubblico italiano la sua importante attività di poeta. Partendo dai rapidi, intensi ritratti di Artigiano, raccolta d'esordio del 1967, il lettore potrà scoprire la straordinaria complessità culturale e la sapienza immaginativa delle pagine più significative di Chelmaxioms, il grande poema della diaspora ebraica pubblicato da Mandelbaum nel 1977. La città di Chelm, in Polonia, ha avuto lo strano destino di essere un luogo reale e insieme la località immaginaria dove venivano ambientate le barzellette e le storielle bizzarre della cultura yiddish. Ma dal 1942, quando i suoi ebrei furono deportati e uccisi dai nazisti, tanto che alla fine della guerra si poterono contare sì e no quindici sopravvissuti, Chelm ha iniziato a esistere come un terzo luogo, del tutto reale anche se inesistente. È il luogo della poesia di Allen Mandelbaum, che con i suoi versi dedicati a Chelm ha creato una straordinaria metafora della diaspora ebraica, una città d'aria e di porte d'encalipto, completa di geografia, di toponomastica e di undici tribù che la abitano, ciascuna rappresentante di una particolare interpretazione della Legge e dei suoi Commenti.

Memoria della shoah
0 0
Materiale linguistico moderno

Memoria della shoah : dopo i testimoni / a cura di Saul Meghnagi

Roma : Donzelli, [2007]

Saggi. . Storia e scienze sociali

Abstract: L'idea dell'annientamento del popolo ebraico nel XX secolo si è sviluppata in Europa, nella culla dell'Illuminismo, degli ideali di libertà, uguaglianza, fratellanza, dell'autodeterminazione dei popoli, dello Stato di diritto: nel continente che ascrive a sé valori fondanti della cultura contemporanea. La Shoah ha trovato la sua realizzazione in paesi che hanno contribuito in modo decisivo alla filosofia, alla scienza, alla letteratura, alla musica, all'arte: è nella nostra storia. Oggi, mentre si assiste alla progressiva scomparsa dei testimoni, la Shoah solleva ancora molti interrogativi: sulla convivenza civile tra persone di religioni, lingue, sensibilità diverse; sui diritti universali della cittadinanza; sulla crescita della democrazia. I saggi raccolti nel volume analizzano la Memoria della Shoah, nelle sue implicazioni di documentazione, di ricerca, riproponendola con una stringente attualità. Una questione delicata, spesso oggetto di interpretazioni distorte e controverse, affrontata con uno sguardo critico che non si ritrae davanti agli aspetti più problematici. Una rigorosa ricostruzione storica accompagna l'esame di documenti e di strumenti educativi adeguati per salvaguardare e trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza dei fatti e il ricordo di ciò che è stato. Una parte significativa del volume è dedicata alla progettazione di un museo della Shoah; di grande interesse anche il repertorio filmografico che chiude il libro, con indicazioni e suggerimenti di percorsi didattici.

La prima vita di Heshel Rosenheim
0 0
Materiale linguistico moderno

Lavigne, Michael

La prima vita di Heshel Rosenheim / Michael Lavigne ; traduzione di Isabella Vaj

Casale Monferrato : Piemme, 2007

Abstract: Quando suo padre Heshel, anziano e malato di Alzheimer, gli affida un vecchio scatolone con i suoi diari, Michael si rende conto che rivangare il passato del suo vecchio è davvero l'ultima cosa che desidera. Ma quando vince la riluttanza e sfoglia le pagine del primo diario, la sorpresa è assoluta. Le memorie di suo padre, emigrato sopravvissuto ai campi di concentramento in Polonia, membro benemerito della comunità ebraica del New Jersey e ortodosso praticante, sono scritte in tedesco. La lingua del nemico. Una lingua che Michael ha studiato all'università, quasi per scrollarsi di dosso con dispetto tutto quel retaggio ebraico e che ora, ordinata nella calligrafia antica a lui così ben nota, gli racconta una storia inverosimile e assolutamente sconvolgente. Il vero nome di suo padre non è Heshel Rosenheim. È Heinrich Mueller. Suo padre è stato a Bergen Belsen, ma non era un deportato. Era un SS. Quello che si spalanca di fronte a Michael è un abisso di incertezza. È possibile per un uomo nascondere per una vita intera la propria identità? Può un complice del genocidio più atroce della storia avere gli stessi lineamenti di un mite ebreo virtuoso? E mentre Michael cerca di ricostruire l'elusivo passato del padre, si ritrova a fare i conti anche con il proprio, camminando come un funambolo su un filo teso fra realtà e finzione, paura e amore, colpa e perdono.