Autore del libro è un intellettuale collettivo ovvero il gruppo di lavoro Nicoletta Bourbaki che da anni si occupa di revisionismi e falsi storici declinati alla riabilitazione dei fascismi.
"La vicenda da cui muove il ragionamento del volume (che nel complesso affronta il tema dell’uso pubblico della storia) è quella relativa a Giuseppina Ghersi, uccisa a Savona nei giorni della Liberazione dell’aprile 1945 e divenuta «martire della violenza partigiana» per il tramite di narrazioni distorte e racconti senza fondamento propagandisticamente presentati da gruppi e ambienti neofascisti e poi riproposti all’opinione pubblica da quei mass-media nazionali pervicacemente propensi a non verificare nulla di quanto scrivono.
Nicoletta Bourbaki, al contrario, offre una lezione su come la ricerca d’archivio; il confronto critico delle fonti; la collocazione contestuale dei fatti raccontati e la loro resa di complessità rappresentino strumenti indispensabili di difesa e rispetto della propria intelligenza e indipendenza di giudizio.Iil maggiore pregio del lavoro risiede nella sua vivace intelligenza educativa. Il libro è un piccolo manuale di metodo analitico, frutto dell’intendimento della cultura come strumento orizzontale e democratico, che analizzando il «caso Ghersi» presenta una ricognizione su quella involuzione delle idee e dei concetti che verticalmente (dall’alto delle classi proprietarie verso il basso dei ceti popolari) modifica contenuti e senso della storia (la Resistenza) mirando a mistificarne gli esiti (la Costituzione) nell’ottica del controllo del passato per il governo del presente." (Davide Conti su "Il Manifesto", 19 novembre 2022)